sabato 14 febbraio 2009

CHE MAGIA UN CENA A LUME DI CANDELA...IN VETRINA



Ieri sera a partire dalle 17 circa, come avevamo promesso, abbiamo spento ogni luce elettrica e abbiamo cominciato ad accendere tante candele. Le abbiamo sistemate su candelabri "di fortuna" : ce n'era uno splendido d'argento non lucidato, un'altro di ferro grezzo battuto; tra questi alcune bottiglie, svuotate dei loro contenuti, fossero vini pregiati, liquori deliziosi o semplice acqua fresca, ora erano là a fare bella mostra di sè, tutte umilmente asservite al loro nuovo officio di porta candele. La tavola era imbandita di ogni leccornia, focacce, torte salate, pani e formaggi, affettati, paste alla panna e alla crema. Il tutto era stranamente ancora più invitante sotto il tremolio delle fiammelle. Ci siamo riscoperti ancor più golosi, stimolati forse dalla curiosità e da quel non vedere completamente tutto ciò che il banchetto offriva. E come "I mangiatori di patate" di Vincent Van Gogh (certo, noi più fortunati con ben altro da gustare che modeste patate)ci siamo stretti intorno alla tavola e abbiamo cenato circondati dalle opere d'arte che per una volta stavano nell'oscurità e, alle nostre spalle, ci spiavano quasi potessero provare invidia! Per un attimo l'arte eravamo noi, il nostro pensiero, la nostra azione. La nostra volontà di fare a meno del superfluo. Della troppa luce e del troppo cibo artificiale. Candele e cibo preparato in casa, con le nostre mani. Quello che abbiamo fatto ieri, da atto di provocazione si è trasformato ben presto in una cena tra amici che scherzano, ridono, parlano. Il pensiero, la parola, il sentimento splendevano più che mai alla luce fioca di poche candele.

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