lunedì 25 gennaio 2010

IN EQUILIBRIO TRA IL PIENO E IL VUOTO






L'arte, questa misteriosa, sconosciuta... che non riusciamo a classificare, che non si può spiegare né "imparare", né capire...Non so, mi è venuto in mente questo mentre ascoltavo Georges Ferrato parlare della "sua arte". Che rapporto intimo, privato e strettissimo esiste tra un pittore e la sua opera!
"Mentre dipingo io sono vuoto, mi svuoto, tutto me stesso è lì, sulla tela. E se non raggiungo ciò che cerco, via tutto e rifaccio...Ma non so ciò che cerco finché non lo vedo davanti a me, ed è solamente armonia ed equilibrio tra pieni e vuoti". Meglio di lui chi lo poteva spiegare? E pensare che non ama esplicitare i suoi quadri anche perché, come diceva lui stesso, non può spiegarli perché, ovviamente, è troppo coinvolto.
E poi questa storia della armonia e dell'equilibrio. Noi pensiamo generalmente a un artista che crea e pensiamo al gesto del colore, della materia che viene stesa sulla tela, per esempio. Ma almeno per quanto mi riguarda, mai ho pensato all'atto opposto: al "togliere" invece che al "mettere". Mentre qui si tira la materia, si incide e si asporta, per poi introdurne altra, fino al completarsi vicendevole del colore e della forma.

Facciamoci coinvolgere da ciò che vediamo; mettiamo via per un attimo i libri, i manuali, dimentichiamo il nostro sapere, lasciamo fuori dalla porta i nostri pre-concetti, non sforziamoci di dare spiegazioni, di sciorinare teorie. Lasciamo tutto e guardiamo: perdiamoci nella contemplazione e basta.
In fondo l'arte non è questa?

venerdì 15 gennaio 2010

GEORGES FERRATO










Quest'anno, a differenza dei tempi passati, vorrei proporre un allestimento anche in gennaio.
Sarà qualcosa, a mio parere, di molto interessante e delicato, e mi è venuta voglia di sfidare questo mese da me tristemente etichettato come "un mese che scorre e va, con poca personalità". Mai errore più grande. Giudicare i poveri mesi dell'anno come se avessero qualche colpa o qualche merito, a seconda delle nostre necessità e interessi, è un modo un tantino antropocentrico di considerare il sistema, no?
Questa volta il povero gennaio avrà la sua rivincita. Grazie a un artista conosciuto da poco, ma che è riuscito a incantarmi.
Georges Ferrato, nato a Aix en Provence alla fine degli anni '40, è approdato da qualche tempo a Cherasco. La prima volta che ho visto il suo studio e la sua casa, una splendida cascina immersa nelle campagne qui intorno, sono rimasta molto colpita.
Seduta nel grande salone, su bassi divanoni scuri, aspettando il mio caffè, ho molto osservato la stanza e in particolare la grande libreria. Era un pomeriggio di fine estate, la luce però era nascosta dietro nuvole bianche e una penombra rendeva tutto quasi più affascinante. Ovunque colori neutri ma intensi: toni dal crema al nocciola, dall'ocra al castano. Moltissimi libri d'arte, di mondi lontani mi incuriosivano molto e mi sarebbe piaciuto avere un giorno intero a disposizione per dare un po' di attenzione a tutto questo piacevole universo.
Il suo studio invece gode di una illuminazione particolare grazie alle grandi finestre che danno sul cortile.
I suoi lavori mi sono subito piaciuti molto. E' bastato davvero un colpo d'occhio. Può sembrare strano o riduttivo, ma non c'è un altro modo per dirlo. Quando succede così, è questione di un momento. Vedi una cosa e pensi che ti piace davvero, e in questo caso, le opere che mi mostrava mi convincevano sempre di più, man mano che le vedevo.
C'è una sapienza nella sua pittura, una maestria. Le forme si articolano nello spazio in modo naturale, sono a mio parere pura armonia. Non si riesce cioè a immaginare una disposizione e un andamento del segno diverso da quello che si vede. Come se ciò che si vede esistesse in natura da sempre. E la ruvidità della superficie delle tele invita quasi al tatto, è compatta, sabbiosa. Il tratto quasi tracciato come si farebbe con un bastoncino di legno in un terreno fangoso, a volte è perimetro di figure simil-geometriche, a volte è spezzato e libero.
In altre opere il colore viene quasi steso e "tirato" in curve sinuose che attraversano lo spazio o ne tracciano solo una piccola parte.
Tanti anni di lavoro, di arte, di mostre nel Vecchio e nel Nuovo Continente, dal Lussemburgo al Belgio, dalla Svezia alla Spagna, dalla Germania all'Olanda e poi ancora in Inghilterra.
Per molto tempo è stato a Parigi e laggiù, alla "Delecroix-gublin", anche oggi ci sono i suoi lavori così come alla "Rvs fine art" di New York. I Musei di Orleans, Grenoble, Dunkerque e Antibes (Museo Picasso!) ospitano alcune delle sue tele. Nel 2001 è stato anche selezionato dall'UNESCO per una serie di biglietti d'auguri illustrati.
Poco ho visto per ora; la piccola parte di una ricca produzione; un artista che dipinge da 40 anni.
Questa mostra sarà un assaggio del mondo artistico di Ferrato. Il resto lo troviamo nella sua dimora/atelier... e non ci resta che domandargli di aprirci le porte per una visita...

















mercoledì 13 gennaio 2010

BIGNOLE VENITE A ME....




Potrebbe sembrare un delirio da calo di zuccheri (in questo periodo "dopo-feste" piuttosto improbabile, almeno per me...): e invece si tratta ancora di arte!
Quando ho visto le opere in questione (faccio quasi fatica a definirle così, mi pare quasi riduttivo), "un qualche cosa di astratto si impossessava di me", per citare il bene amato Franco Battiato.
Uno stupore quasi ingenuo, infantile, seguito da una irresistibile voglia di percepire con il tatto la consistenza di queste cose che mi trovavo davanti. Insomma, la faccio breve. L'artista, designer, architetto, di cui sto parlando si chiama Diego Gugliermetto. La produzione in questione consiste in una serie di lavori molto divertenti e estremamente godibili di oggetti d'uso quotidiano, anzi di arredamento (un pouf, un divano, eccetera) con sembianze "dolciarie".
Una grossa bignola, colorata e invitante e un cioccolatino lucido e attraente saranno in salotto delle comode e inusuali sedute, una tavoletta di cioccolato, di quelle con i quadrettoni che tutti conosciamo molto bene, fungerà da divano! Non sto nemmeno a sottolinearlo, mi sono piaciute un mondo.
In primo luogo, come dice l'autore stesso, parliamo di un food design "invertito"; nel senso che in questo caso, non si tratta di accessori fantasiosi, frutto della creatività da usare in cucina, quindi al servizio del cibo e del cucinare, ma di cibi veri e propri che si trasformano in "altro".
E poi, in secondo luogo, se visti in foto con uno sfondo neutro, sono immediatamente riconoscibili come "cose golose" e quindi mettono in moto tutta una serie di sensazioni legate alla sfera più "bassa" di noi stessi, la gola. Pur essendo opere d'arte: anzi, oserei dire, è proprio questa sottigliezza a renderle tali. C'è la voglia di toccarle, e si scoprirà che sono piacevoli al tatto, essendo in poliuretano espanso (spugna); c'è il sorriso nel vedere un oggetto che ha una sua collocazione precisa nella nostra mente, dislocato in un contesto che non è il suo, ma in cui tutto sommato ci sta davvero bene!
L'arte che stimola i sensi, dunque. E in un modo molto diretto.
Inutile aggiungere che li vorrei in galleria, subito!

lunedì 11 gennaio 2010

NUOVO ANNO, SI PARTE


Gennaio, gennaio, anche quest'anno ci costringe a fare i conti con un inizio, un principio, una pagina bianca. Ma per evvivanoè è tempo di entusiasmo, di programmi e di novità.
Presto ricominceremo con le mostre e tra qualche tempo il calendario 2010 sarà pronto.
Idee e progetti sono lì che ruotano vorticosamente in attesa di essere messi al loro posto.

Le porte, anzi, la porta, della stanzetta bianca riaprirà mercoledì 13 gennaio 2010 alle 16 con l'esposizione in corso, dedicata, manco a dirlo, proprio al candore immacolato.
Le opere di Coco Cano, Christian Choisy, Mauro Fissore, Valter Massia, Valeria Tomasi, Piero Rasero, Giorgio Flis, Vittorio Vecchi, Gianfranco Galizio, Gerges Ferrato e Joy Moore, saranno quindi esposte fino alla fine di questo mese.
Per le novità ci vediamo a febbraio.
Bene, cominciamo quest'anno con tutta l'energia possibile, sperando che l'arte, la musica, la cultura e tutto ciò che ruota intorno all'anima e all'estro, acquistino sempre più importanza nelle nostre vite, ne abbiamo bisogno tutti.