venerdì 15 gennaio 2010

GEORGES FERRATO










Quest'anno, a differenza dei tempi passati, vorrei proporre un allestimento anche in gennaio.
Sarà qualcosa, a mio parere, di molto interessante e delicato, e mi è venuta voglia di sfidare questo mese da me tristemente etichettato come "un mese che scorre e va, con poca personalità". Mai errore più grande. Giudicare i poveri mesi dell'anno come se avessero qualche colpa o qualche merito, a seconda delle nostre necessità e interessi, è un modo un tantino antropocentrico di considerare il sistema, no?
Questa volta il povero gennaio avrà la sua rivincita. Grazie a un artista conosciuto da poco, ma che è riuscito a incantarmi.
Georges Ferrato, nato a Aix en Provence alla fine degli anni '40, è approdato da qualche tempo a Cherasco. La prima volta che ho visto il suo studio e la sua casa, una splendida cascina immersa nelle campagne qui intorno, sono rimasta molto colpita.
Seduta nel grande salone, su bassi divanoni scuri, aspettando il mio caffè, ho molto osservato la stanza e in particolare la grande libreria. Era un pomeriggio di fine estate, la luce però era nascosta dietro nuvole bianche e una penombra rendeva tutto quasi più affascinante. Ovunque colori neutri ma intensi: toni dal crema al nocciola, dall'ocra al castano. Moltissimi libri d'arte, di mondi lontani mi incuriosivano molto e mi sarebbe piaciuto avere un giorno intero a disposizione per dare un po' di attenzione a tutto questo piacevole universo.
Il suo studio invece gode di una illuminazione particolare grazie alle grandi finestre che danno sul cortile.
I suoi lavori mi sono subito piaciuti molto. E' bastato davvero un colpo d'occhio. Può sembrare strano o riduttivo, ma non c'è un altro modo per dirlo. Quando succede così, è questione di un momento. Vedi una cosa e pensi che ti piace davvero, e in questo caso, le opere che mi mostrava mi convincevano sempre di più, man mano che le vedevo.
C'è una sapienza nella sua pittura, una maestria. Le forme si articolano nello spazio in modo naturale, sono a mio parere pura armonia. Non si riesce cioè a immaginare una disposizione e un andamento del segno diverso da quello che si vede. Come se ciò che si vede esistesse in natura da sempre. E la ruvidità della superficie delle tele invita quasi al tatto, è compatta, sabbiosa. Il tratto quasi tracciato come si farebbe con un bastoncino di legno in un terreno fangoso, a volte è perimetro di figure simil-geometriche, a volte è spezzato e libero.
In altre opere il colore viene quasi steso e "tirato" in curve sinuose che attraversano lo spazio o ne tracciano solo una piccola parte.
Tanti anni di lavoro, di arte, di mostre nel Vecchio e nel Nuovo Continente, dal Lussemburgo al Belgio, dalla Svezia alla Spagna, dalla Germania all'Olanda e poi ancora in Inghilterra.
Per molto tempo è stato a Parigi e laggiù, alla "Delecroix-gublin", anche oggi ci sono i suoi lavori così come alla "Rvs fine art" di New York. I Musei di Orleans, Grenoble, Dunkerque e Antibes (Museo Picasso!) ospitano alcune delle sue tele. Nel 2001 è stato anche selezionato dall'UNESCO per una serie di biglietti d'auguri illustrati.
Poco ho visto per ora; la piccola parte di una ricca produzione; un artista che dipinge da 40 anni.
Questa mostra sarà un assaggio del mondo artistico di Ferrato. Il resto lo troviamo nella sua dimora/atelier... e non ci resta che domandargli di aprirci le porte per una visita...

















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