mercoledì 8 gennaio 2014

HOLIDAY EXHIBITION PART 1: Edvard MUNCH a Palazzo Ducale, Genova


La galleria in questi giorni è a riposo. La gallerista è andata a spasso per mostre e questa volta, sarà il periodo, sarà la compagnia, le ha davvero apprezzate.
Cosa dovrebbe avere una mostra per essere bella, interessante e soddisfacente? Non basta il nome altisonante, no davvero, non pensate?
Dovrebbe esserci qualcosa di speciale, un'atmosfera che sia in sintonia con l'animo profondo del nostro artista. E poi dovrebbe stupirci, destarci dalla monotonia di certi allestimenti, darci informazioni nuove, proporci accostamenti strabilianti. A volte il luogo, il museo in cui è presentata fanno la differenza.
Una mostra curata in un museo piccolo e insolito, per esempio, rende tutto intimo e piacevole.
Un grande museo, imponente, celebre, importante, ci fa sentire parte della storia e vivi nella nostra contemporaneità.






Edvard MUNCH al Palazzo Ducale di Genova: un fascino troppo grande, non si dovrebbe mai mancare a certi appuntamenti. Quell'artista che ha confessato il suo "malessere" interiore attraverso la pittura, che tanto ha detto sull'esistenza umana e la sua inquietudine, che esponeva i suoi stessi quadri alle intemperie, alla neve e alle tempeste, viene qui raccontato in modo toccante. Non c'è "l'Urlo" - no gente - manca il dipinto più celebre di Munch! Ed è chiaramente voluto (almeno credo...). Perché qui non si tratta solo di quell'artista divenuto celebre per la smorfia spaventosa di quel volto urlante, non si parla solo di esistenzialismo e simbolismo. Qui si preferisce dare un'immagine umana e quotidiana di quell'artista che comunicava il male di vivere anche dipingendo una scena familiare o una dimora immersa nella campagna norvegese. 










Ecco come spesso un'assenza è meglio di un' ingombrante presenza.

Ma nel caso proprio vi manchi "l'Urlo", ci pensa Warhol. Le linee ridondanti, le onde risuonanti di Munch, marcate dal segno pop inconfondibile di Andy: riproducibilità in serie anche dello spaventoso e disperato grido.




Nella prossima parte: Fortunato DEPERO al MAR di Aosta e la Magnum Contact Sheets al Forte di Bard.

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